sabato 3 aprile 2010

A Rieti la Locride che sceglie l’accoglienza dei migranti e rifiuta la ‘ndrangheta

“Bisogna fare l’amore con la non violenza per partorire la pace dal grembo della società.”
Angelo Frammartino
Che cosa ha richiamato una scrittrice della Val di Susa, la stampa italiana e internazionale e il regista Wim Wenders fino in Calabria nei paesini di Riace, Caulonia e Stignano per parlare di migranti? È stato quello che da tutti è definito un piccolo miracolo.
 

A raccontare l’esperienza straordinaria di una Locride virtuosa, è venuto a Rieti presso la Libreria Moderna il 30 marzo Giovanni Maiolo, uno degli operatori sociali di Riace e Caulonia, vicedirettore del settimanale di informazione calabrese La riviera, in passato Assessore ai Servizi Sociali di Caulonia. A Rieti Giovanni Maiolo ha presentato il libro "TRASITE, FAVORITE. Grandi storie di piccoli paesi. Riace e gli altri.", scritto da Chiara Sasso, scrittrice della Val di Susa, collaboratrice di Carta, militante No Tav, esponente della Rete dei Comuni Solidali, con interventi dello stesso Giovanni Maiolo e la prefazione di Tonino Perna, edito da Carta e Intra Moenia.

A rendere reale un sogno è stato nel Comune di Riace, un paesino della Locride, in una delle parti più difficili di una delle zone più tormentate d’Italia, il Sindaco Mimmo Lucano, che si dichiara uomo del partito di Peppino Impastato, a cui diventato primo cittadino per caso, è venuto in mente che per aiutare un territorio che si andava spopolando in favore di  grandi città, del Nord Italia e delle zone costiere, depresso per l’alto tasso di disoccupazione, afflitto dalla ‘ndrangheta, ci volessero i rifugiati e così “assecondando il moto spontaneo dell’anima” Riace ha cominciato ad accogliere con un’iniziativa autonoma i migranti ed è successivamente entrata a far parte dello Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).
Prima di diventare Sindaco di Riace Mimmo Lucano era un ragazzo che faceva teatro, che aveva fondato un’associazione, che ha deciso di formare una lista con altri ragazzi e dalle elezioni è uscito incredibilmente come primo cittadino. Alla seconda candidatura è diventato Sindaco non più per caso, infatti si è trovato contro unito e compatto tutto l’arco dei partiti da Rifondazione Comunista ad Allenanza Nazionale. Anche la ‘ndrangheta si è accorta di quel che stava accadendo e si è fatta sentire con una serie di violenti atti intimidatori.
Il Sindaco di Riace è un uomo che ha avuto l’idea di cambiare i nomi delle strade del paese, intitolandole ai martiri della mafia e della ‘ndrangheta: una via in cui abita un mafioso da poco uscito di carcere l’ha chiamata via Peppino Impastato, così ogni volta che dà il suo indirizzo quel mafioso deve pronunciare il nome di un eroe ucciso dalla mafia. Mimmo Lucano in cinque anni di amministrazione non ha rilasciato nessuna concessione edilizia sul litorale, in una zona in cui il ciclo del cemento e dell’edilizia nasconde e ricicla i soldi sporchi della ‘ndrangheta.
È stato un uomo di questo calibro, insieme ai suoi collaboratori, a trasformare il problema degli sbarchi di profughi in una risorsa per il suo territorio, lui ha pensato che dal mare non arrivano soltanto cose inanimate come i famosi bronzi di Riace, ma arrivano anche persone in carne e ossa che hanno bisogno di aiuto, ma che di aiuto possono anche offrirne.


Caulonia e Stignano, altri paesini della Locride, sono state gettate dentro quest’avventura da Mimmo Lucano nell’agosto del 2008 quando, in piena emergenza sbarchi non essendo ancora iniziati i respingimenti, Lampedusa scoppiava di migranti e i mass media italiani scoppiavano di proclami xenofobi dei politici razzisti di turno. I migranti arrivati da Lampedusa come numeri, nella Locride sono tornati ad essere persone.
Anche a Caulonia abbondano di coraggio e di fantasia: per non farsi mancare niente hanno pensato bene di modificare lo Statuto Comunale per attribuire ai migranti residenti il diritto di voto attivo e passivo; quando è stato approvato il pacchetto sicurezza con le ronde anti immigrato a Caulonia le ronde hanno deciso di farle fare agli immigrati contro gli Italiani ‘ndranghetisti.

Riace, Caulonia e Stignano ci raccontano di un’altra Locride, la parte buona della Calabria che ha qualcosa o molto da insegnare a tutta l’Italia.
Grazie alla presenza di amministratori illuminati e dei rifugiati si è innescato un circolo virtuoso e i centri storici spopolati hanno ricominciato a prendere vita, i rifugiati sono stati accolti in strutture diffuse anziché in un unico grande centro, è stata loro garantita tutta l’assistenza burocratica, legale, interculturale, sanitaria e psicologica del caso.
E pensare che questo tipo di accoglienza, dove ai rifugiati è restituita la loro umanità ed è data la reale possibilità di integrarsi, costa allo Stato molto meno di quanto costi rinchiuderli nei famigerati CARA, CPT o CIE.
In questi paesini sono stati aperti laboratori degli antichi mestieri dove le donne del posto hanno insegnato ai migranti a tessere con i vecchi telai e la ginestra, dove i migranti da anni lavorano la ceramica.
I genitori dei bambini riacesi sono grati ai rifugiati, perché è grazie ai loro figli che la scuola di Riace non ha chiuso dopo i tagli sull’istruzione.
E nonostante l’alta percentuale di migranti rispetto ai locali, in questi paesini non è arrivata la criminalità.La tanto famosa e decantata criminalità degli extracomunitari, dei clandestini, da queste parti non si è vista, i criminali da queste parti sono gli Italiani, si chiamano ‘ndranghetisti.
 


E poi? E poi Riace è diventata famosa, non più solo per i bronzi, ma ora anche per i rifugiati, allora a Riace è arrivato il mondo, i mass media italiani e internazionali hanno voluto raccontare questo piccolo miracolo, fino al regista Wim Wenders che ha deciso di farne un film “Il Volo”.

Eppure, rimanendo ancora in Calabria, non è molto lontana da questi paesini Rosarno, dove agli schiavi delle arance sparavano addosso, ma lì si racconta tutta un’altra storia dell’immigrazione. Quando a Rosarno è degenerata la situazione, i Sindaci di Riace e di Caulonia si sono offerti di accogliere gratuitamente i migranti feriti a Rosarno.
Da Rosarno i migranti sono arrivati a Caulonia anche l’estate scorsa, ma questa volta sono andati in veste di sportivi, hanno infatti voluto partecipare al torneo di calcetto “Un calcio al razzismo” e, arrivati in finale, gli altri concorrenti migranti hanno voluto riconoscere la vittoria a tavolino ai loro colleghi di Rosarno come gesto di solidarietà per la loro situazione di grave sfruttamento.

Tutto questo non è bastato a Caulonia che, dopo aver gestito un progetto Sprar, sta attualmente portando avanti un progetto biennale di reinsediamento di 200 profughi palestinesi iraqeni. Per loro Riace e Caulonia hanno coniato una moneta locale perché possano gestire il denaro ed essere più autonomi. Sulle banconote di Riace è raffigurato Peppino Impastato, su quelle di Caulonia c’è il ricordo della Repubblica Rossa di Caulonia.

E allora a Riace, Caulonia e Stignano quando arrivano dei migranti la gente dice “trasite, favorite” accomodatevi, fate come se foste a casa vostra.

Oltre a raccontare il successo dell’accoglienza di migranti, "TRASITE, FAVORITE. Grandi storie di piccoli paesi. Riace e gli altri.", il libro di Chiara Sasso parla di altri casi di una Locride coraggiosa, ad esempio di Natale Bianchi, un prete che è stato scomunicato per essersi schierato contro i preti mafiosi,  oppure di Mario Congiusta un uomo diventato un’icona antimafia e a cui la ‘ndrangheta ha ucciso il figlio giovane imprenditore.

 

La presentazione del libro di Chiara Sasso è stato il quarto appuntamento della rassegna culturale “Aperitivi verdi: Ricomincia la festa. Vivere bene al tempo delle tribù” organizzata dall’Associazione Postribù con la collaborazione della Libreria Moderna, delle Associazioni Germogli, Slow Food Casperia e Sabina, Il Ratto delle Sabine-Lorenzoni srl, del Teatro Potlach, del progetto Metallurgicamente e del Comitato rifugiati e richiedenti asilo di Rieti; media partner sono Sfumature di Viaggio, Immaginati di Riccardo Guadagnoli, Arte Studio TreSeiZero, ed il settimanale Carta. L’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio della Provincia di Rieti Assessorato Cultura e della Fondazione Varrone.
 

Ad accompagnare il tutto c’è stato un “aperitivo nero-verde” Eritreo-Sabino.







2 commenti:

  1. un abbraccio a tutti voi!
    giovanni maiolo

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  2. Andate a vedere cosa succede a Stignano... altro cher paesello virtuoso!!! Attenti a fare comunella con questi lucratori dell'accoglienza!

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