giovedì 28 marzo 2013

Smentito l'allarme lanciato da Cittadinanzattiva: i progetti di accoglienza profughi non chiuderanno il 31 marzo

Ha generato allarme la notizia priva di fondamento diffusa ieri 27 marzo a mezzo stampa da Cittadinanzattiva. L'ARI onlus la smentisce con forza e conferma che i progetti di accoglienza dei profughi dell'Emergenza Nord Africa ospitati a Rieti rimarranno aperti anche dopo il 31 marzo 2013.

Smentiamo con forza l'allarme lanciato sulla stampa locale ieri 27 marzo da Andrea Natali coordinatore provinciale di Cittadinanzattiva, secondo cui dal 31 marzo chiuderebbero tutti i centri di accoglienza che ospitano nella provincia di Rieti 180 rifugiati, i quali da aprile sarebbero abbandonati a loro stessi privi di ogni assistenza.
La notizia circolata su stampa, televisioni e radio locali ha generato non poco allarmismo, salvo poi rivelarsi priva di fondamento, non corrispondendo a verità. Dopo aver trascorso tutta la giornata di ieri allo sportello dell'ARI onlus a rassicurare molti ospiti dei progetti di accoglienza preoccupati e spaventati per la notizia che si era diffusa, vorremmo ora fare chiarezza anche sulla stampa locale.

In realtà il decreto della Presidenza del Consiglio del 28 febbraio, citato da Cittadinanzattiva, riguarda soltanto i profughi giunti in Italia dal 1° gennaio al 5 aprile 2011, si tratta nella maggior parte dei casi di cittadini tunisini, tra l'altro quasi assenti dalle strutture di accoglienza italiane, e non interessa i profughi presenti nel nostro territorio che sono arrivati in italia tutti dopo il 5 aprile 2011 e sono di origini perlopiù subsahariane.

Il decreto non parla in alcun modo della chiusura dei centri di accoglienza, ma della cessazione delle misure di protezione umanitaria. Che cosa vuol dire? Che i profughi arrivati in Italia dal 1° gennaio al 5 aprile 2011 che avevano un permesso per motivio umanitari, non godranno più dello status di protezione umanitaria e dovranno convertire il loro permesso di soggiorno, da titolari di protezione umanitaria diventeranno quindi immigrati ordinari, con un comune permesso di soggiorno per motivi di lavoro, di famiglia, o altro. Questo è quanto ha stabilito il Governo, anche se in effetti la situazione nei Paesi d'origine è ancora instabile, ma l'Italia non riconoscerà più dal 1° aprile la protezione umanitaria. La situazione invece è invariata per tutti i profughi arrivati dopo il 5 aprile 2011 che continueranno a godere della protezione umanitaria.

I cittadini interessati dal decreto del 28 febbraio dovranno presentare entro il 31 marzo 2013 domanda di conversione del loro permesso di soggiorno per motivi umanitari in permesso di soggiorno per motivo di lavoro, famiglia, studio, o formazione professionale.
Chi non ha la possibilità di convertire il proprio permesso di soggiorno dovrà presentare, sempre entro il 31 marzo 2013, domanda di rimpatrio volontario assistito.
Coloro che non presenteranno domanda di conversione del permesso di soggiorno, o di rimpatrio volontario assistito potranno essere espulsi e allontanati dal territorio nazionale.
Non potranno però essere espulsi:
  • i minorenni, salvo il diritto a seguire il genitore o l'affidatario espulsi;
  • gli stranieri in possesso della carta di soggiorno;
  • gli stranieri conviventi con parenti entro il quarto grado o con il coniuge, di nazionalità italiana;
  • le donne in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita del figlio cui provvedono.
  • soggetti che possono dimostrare la sussistenza di gravi motivi di salute che ne impediscono il rientro nel Paese di origine, per il periodo in cui perdura tale stato;
  • soggetti che possono dimostrare la sussistenza di gravi ragioni di carattere umanitario che rendono impossibile o non ragionevole il rimpatrio;
  • componenti di nuclei familiari con minori che frequentano la scuola fino al termine dell’anno scolastico.

Oltre ad aver illustrato erroneamente il decreto del 28 febbraio, la nota di Cittadinanzattiva è piena di inesattezze. È importante crediamo, porre una particolare attenzione prima di pubblicare informazioni su argomenti delicati come la chiusura dell'Emergenza Nord Africa per evitare di diffondere notizie false, errate o inesatte, con tutte le conseguenze che ciò può comportare.

Fatta chiarezza su cosa realmente comporta il decreto del 28 febbraio 2013, resta da dire che nel corso di una trasmissione di una televisione locale ieri sera l'Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Rieti Stefania Mariantoni ha reso noto che secondo i dati della Prefettura di Rieti, dei circa 300 profughi arrivati nella nostra provincia a partire dal 2011, sarebbero circa 40 i profughi ancora ospitati nei progetti di accoglienza. L'Assessora Mariantoni non lo ha precisato, ma immaginiamo che il dato si riferisca soltanto ai profughi attualmente residenti nel solo Comune di Rieti. In realtà non siamo in grado di fornire numeri ufficiali perché la Prefettura non li ha resi noti ufficialmente, né tanto meno lo hanno fatto gli enti che ospitano i profughi.

Qual è quindi la situazione dei profughi ospitati nella provincia di Rieti? Lo abbiamo già spiegato dettagliatamente in un nostro post del 6 marzo 2013: le persone appartenenti alle categorie vulnerabili e coloro che attendono che venga definita la loro situazione con i documenti rimangono in accoglienza anche se in regime ordinario e non più di emergenza come è stato fino al 31 dicembre 2012. Dal 1° gennaio 2013 infatti il coordinamento è passato dalla Protezione civile alle Prefetture e il finanziamento è passato da 42,50 euro a persona al giorno a 35 euro.

lunedì 25 marzo 2013

Caritas e Frantz Fanon: corso di Italiano per stranieri

Organizzato dalla Caritas di Rieti e dall'associazione Frantz Fanon di Rieti, il corso di Italiano per stranieri non comunitari è rivolto a 25 studenti, durerà 80-100 ore divise in 23 lezioni, si svolgerà in via Sant'Agnese 26, le iscrizioni scadono il 29 marzo 2013.

Un corso di lingua e cultura italiana per stranieri non comunitari è stato organizzato dalla Caritas Diocesana di Rieti e dall'associazione Frantz Fanon sede di Rieti.

Il Corso è gratuito, è rivolto ad un massimo di 25 persone maggiorenni, è suddiviso in due livelli A1 e A2, che dureranno 100 e 80 ore, per circa 23 lezioni pomeridiane.
I corsi si svolgeranno in orario pomeridiano presso la sede del progetto Sprar della Caritas Diocesana a Rieti in via Sant'Agnese 26.

Il corso di lingua italiana L2 si rifa alle linee guida del MIUR, sarà poi curato un modulo su orientamento al lavoro e bilancio delle competenze.
Sono previste anche delle visite al Centro per l'impiego, ad alcune agenzie interinali e ad alcuni patronati del territorio.
Ai partecipanti sarà rilasciato materiale didattico e un attestato di partecipazione.
Le iscrizioni terminano il 29 marzo 2013.

Per iscrizioni ed informazioni:
Caritas diocesana di Rieti
piazza G. Oberdan, 18
dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle ore 12:00
cell. 339/3196370 - tel. 0746/270 611
email 
ioinsegnoitaliano@gmail.com

mercoledì 6 marzo 2013

Emergenza Nord Africa: l'emergenza è conclusa ma l'accoglienza continua

Ufficialmente conclusa l'Emergenza Nord Africa, di fatto l'accoglienza continua per le categorie vulnerabili e per le persone che attendono che venga definita la loro situazione con i documenti.

Prosegue l'accoglienza dei profughi dell'Emergenza Nord Africa. Con due circolari del Ministero dell'Interno viene ancora una volta prorogata l'accoglienza per i profughi dell'Emergenza Nord Africa arrivati sulle coste di Lampedusa più di 2 anni fa nel gennaio del 2011 in fuga dalla guerra in Libia e dall'instabilità dei paesi del Nord Africa, erano i tempi della primavera araba.
La misura interessa nella provincia di Rieti quasi 300 persone giunte nel nostro territorio a partire dal aprile del 2011. I profughi sono perlopiù Nigeriani, Ghanesi, Maliani, Bengalesi, Congolesi, Guineani, Camerunensi, Ivoriani, Somali, Liberiani. Hanno tutti ottentuo un permesso di soggiorno per motivi umanitari, ma ci sono anche dei rifugiati. Sono 5 gli enti gestori che li hanno accolti: Consorzio sociale Pegaso sit, Consorzio di Cooperative Te.Sa. (Terre Sabine), Cooperativa Sociale Sma (San Michele Arcangelo), Unione dei Comuni dell'Alta Sabina, (mancano purtroppo i dati sul quinto ente). Gli enti gestori hanno ricevuto circa 4 milioni e mezzo di euro l'anno per l'accoglienza e l'integrazione dei profughi loro ospiti.
Il Consorzio di Cooperative TeSa è in questi giorni al centro di un'indagine della Guardia di finanza, il reato ipotizzato a carico dei vertici di Te.Sa. è concorso in truffa ai danni dello Stato, l'indagine riguarda proprio la gestione dei fondi per l'accoglienza dei profughi dell'Emergenza Nord Africa. Indagini, ma anche arresti, hanno coinvolto diversi progetti del Lazio e d'Italia.
Ora, a quasi due anni dall'inizio dell'emergenza, ai beneficiari dei progetti si prospettano tre diverse possibilità:
  1. aderire ad un progetto di rimpatrio volontario assistito;
  2. rimanere in accoglienza se rientrano nelle “categorie vulnerabili” o non hanno ancora definito la loro posizione riguardo i documenti;
  3. oppure uscire dal progetto, in quest'ultimo caso è prevista una buonuscita di 500 euro.

Alle persone appartenenti alle categorie vulnerabili dovrà essere garantita l'accoglienza in uno dei progetti dello Sprar il sistema nazionale di accoglienza e integrazione per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
Nella provincia di Rieti sono 4 i progetti Sprar attivi, ma i beneficiari del nostro territorio potrebbero anche essere inseriti in progetti di altre province.
Ma chi sono le persone che fanno parte delle “categorie vulnerabili”? Si tratta di minori, disabili, anziani, donne in stato di gravidanza, genitori sinogli con figli minori, persone per le quali è stato accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale. Rientrano in questa categoria anche i soggetti che necessitano di assistenza sanitaria e domiciliare specialistica e/o prolungata e coloro che presentano una disabilità anche temporanea.
Il regime di emergenza è durato fino al 31 dicembre del 2012 e gestito dalla Protezione civile è poi passato in regime ordinario con la gestione delle Prefetture. In regime di emergenza per ogni beneficiario gli enti gestori ricevevano dai 42,50 ai 46 euro al giorno, in regime ordinario invece si è scesi ai 35 euro a persona al giorno. Con questi importi gli Enti gestori si sono obbligati a provvedere a tutti i loro ospiti non soltanto il vitto, l'alloggio e il pocket money, ma anche la presa in carica socio-sanitaria, la formazione linguistica, l'orientamento civico, la mediazione interculturale, la riqualificazione e formazione professionale, l'accompagnamento alla fase di uscita dal progetto con autonomia alloggiativa e lavorativa. Questo è quanto sottoscritto da tutti gli Enti gestori con la Protezione Civile della Regione Lazio prima e con la Prefettura di Rieti a partire dal 1° gennaio 2013. Il fine di un impegno così oneroso e costoso era proprio quello di evitare che gli ospiti dei progetti si trasformassero da potenziale preziosa risorsa per il nostro territorio in un problema o ancora peggio in un peso ritrovandosi in una situazione di stagno con tutte le conseguenze che ne possono derivare.
Giovedì mattina si riunisce presso la Prefettura di Rieti il Consiglio territoriale per l'immigrazione e, anche se sorprendentemente la chiusura dell'Emergenza Nord Africa non è all'ordine del giorno, sarà senz'altro la sede più adatta per parlarne.