“Le risorse nazionali per le politiche sociali sono diventate una fabbrica di lavoro per i professionisti, piuttosto che una fabbrica di opportunità per chi ne ha bisogno, per gli ultimi, che dovrebbero essere coloro a cui le politiche sociali si rivolgono”È questa una delle amare riflessioni di Fabio Melilli, Presidente della Provincia di Rieti, che ha scelto di puntare l’attenzione sulle criticità delle politiche sociali intervenendo sabato 13 marzo al III congresso provinciale dell’ARCI di Rieti dal titolo “L’associazionismo protagonista del cambiamento” ospitato dalla CGIL di Rieti.
Melilli ha anche ammesso che la Provincia non dovrebbe occuparsi di politiche sociali, ma se lo fa è perché si trova a dover colmare dei vuoti lasciati dai Comuni.
È passato poi ad analizzare il profilo delle politiche sociali della sinistra e della destra: portando l’esempio della Provincia e del Comune di Rieti ha constatato che non c’è alcuna differenza.
Riguardo i Piani di zona il Presidente ha segnalato come, anche a causa di insufficienti strumenti normativi, la Provincia di fatto non svolga il ruolo di coordinamento e non riesca ad incidere sulle azioni distrettuali.
Altra nota dolente riguarda le risorse nazionali destinate alle politiche sociali che, secondo Melilli, non mancano, ma non arrivano a chi ne ha bisogno perché vengono utilizzate per creare occupazione. Passando attraverso Regioni, Provincie e Comuni infatti, nei vari passaggi ogni ente ne trattiene una parte. L’azione, secondo Melilli, dovrebbe naturalmente essere più diretta: centrata più sui Comuni che sulla Provincia, perché le risorse delle politiche sociali arrivino a chi ha più bisogno. Attualmente queste risorse invece diventano una fabbrica di lavoro per i professionisti.
Sulla questione Rom Melilli ha ricordato come la Provincia si sia resa disponibile ad accogliere la comunità sfollata da Roma proponendo al Commissario un modello d’accoglienza sullo stampo di quello vincente seguito in tutta Italia, come anche nei progetti di alcuni Comuni della provincia reatina, per l’accoglienza e l’integrazione di richiedenti asilo e rifugiati. Melilli ha riferito, non nascondendo un senso di stupore e di amarezza, che il Comune di Rieti ha immediatamente dato la disponibilità a collaborare per accogliere le famiglie Rom, al contrario i Comuni di area politica vicina a Melilli hanno espresso tutte le loro riserve.
Un preoccupato Melilli lancia anche un allarme razzismo: politiche territoriali di integrazione carenti, accompagnate da un razzismo dilagante tra le giovani generazioni, potrebbero esplodere in episodi di violenza con conseguenze anche gravi.
Nonostante il quadro sconsolante che ha dipinto, Melilli non si è detto disilluso, ha piuttosto espresso la volontà di fare di più invitando anche il terzo settore a fare sentire il suo peso dando una scossa alla politica.
Al III Congresso dell’ARCI sono intervenuti anche Sergio Giovagnoli, Presidente dell’ARCI Lazio; Valentina Roversi che dopo 10 anni di presidenza dell’ARCI di Rieti si appresta a passare il testimone; Donatella Terni referente per le politiche sociali dell’ARCI di Rieti; Danila Fenici referente per le politiche culturali dell’ARCI di Rieti; Francesca Curini responsabile del CESV di Rieti; Paola Mariangeli, responsabile dello SPES di Rieti; Tonino Pierantoni Segretario provinciale della CGIL di Rieti.
Guarda l’intervista a Fabio Melilli e aggiungi il tuo commento http://www.youtube.com/user/Arionlus
Le risorse nazionali per le politiche sociali come fondo X Piani di zona sono diventate una fabbrica di lavoro non per i professionisti veri o qualificati, ma per il loro raccomandati… Basta, Basta e Basta…. della sinistra e della destra non c’è alcuna differenza.
RispondiEliminaPortatici anche il Rom e vediamo il vero razzismo nella nostra provincia. ARI, ARCI ecc… Fatti sentire….. Una scossa alla politica di M***** Reatina.
De Marco(Fara Sabina - RI)