sabato 24 settembre 2011

Centro di accoglienza di Scandriglia: il Sindaco ordina lo sgombero

Ordinanza di sgombero immediato per il centro di accoglienza di Scandriglia gestito dal Consorzio Cooperative Te.Sa. Terre Sabine. L'ordinanza del Sindaco Palmieri è motivata da ragioni igienico-sanitarie e di incolumità privata, pubblica e dei beni. Il Consorzio Te.Sa. ospita nel centro circa 45 profughi dell’emergenza umanitaria del Nord Africa, provenienti dalla Nigeria e dal Bangladesh e affidati dalla Protezione Civile della Regione Lazio. L’ARI onlus è disponibile a fare fronte all’emergenza.


Sovraffollamento, condizioni igienico-sanitarie scadenti, pericolosità degli impianti elettrici e del gas, sono queste le motivazioni che hanno spinto l’ingegner Paolo Palmieri Sindaco del Comune di Scandriglia (RI) ad emettere il 16 settembre 2011 un’ordinanza di sgombero del centro di accoglienza di Scandriglia, gestito dal Consorzio Cooperative Te.Sa. Terre Sabine, che ospita circa 45 profughi dell’emergenza umanitaria del Nord Africa, provenienti dalla Nigeria e dal Bangladesh e affidati dalla Protezione Civile della Regione Lazio. L’ordinanza però ad oggi non ha avuto seguito.

L’ordinanza del Sindaco Palmieri segue una relazione della Asl e una del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e ha “imposto lo sgombero dell’edificio attualmente utilizzato ad uso abitativo anche al fine di salvaguardare la pubblica e privata incolumità”. Il Sindaco Palmieri ha disposto che lo sgombero venga eseguito dal proprietario dell'immobile e dal responsabile del Consorzio Te.Sa. responsabile dell'accoglienza e dell'integrazione dei profughi.

La Asl, intervenuta su richiesta del 25 agosto 2011 del Comune di Scandriglia, nella sua relazione  del 14 settembre 2011 parla di una “struttura sovraffollata, con servizi igienici insufficienti per ospitare tutti i presenti e condizioni igienico-sanitarie scadenti”. La ASL richiede quindi “l’emissione di provvedimenti a tutela della salute e dell’incolumità delle persone ospiti”.

Dalla relazione del 13 settermbre 2011 del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Rieti, intervenuti nel centro di accoglienza di Scandriglia su richiesta della Asl, emerge che “la struttura presenta elementi di pericolosità dovuti alla presenza di cucina e fornelli collegati a bombole di gas gpl, con impianto elettrico non realizzato a regola d’arte e con caldaia a gas fatiscente”. I Vigili del Fuoco richiedono dunque “di non attivare gli impianti elettrici, di non utilizzare la cucina ed il fornello alimentato a gpl e di non erogare gas alla caldaia”. Non si fermano qui i Vigili del Fuoco che invitano “ad adottare provvedimenti di competenza a salvaguardia dell’incolumità della persona e per la preservazione dei beni”.

Il Consorzio Te.Sa., al quale sono stati affidati i profughi dalla Protezione Civile della Regione Lazio, riceve, solo per le persone ospitate nel centro sul quale pende l'ordinanza di sgombero, circa 60 mila euro al mese che devono essere impiegati per garantire tutti i servizi di accoglienza e di integrazione (vitto, alloggio, assistenza sanitaria, mediazione culturale, formazione e inserimento lavorativo, ecc.).

Lo sgombero solo la punta di un iceberg
Lo sgombero del centro di accoglienza di Scandriglia è solo la punta di un iceberg – dichiara il coordinatore dell’ARI onlus Edo Ihaza Eastwood - il nostro sportello è quotidianamente subissato da decine di richieste di aiuto dei profughi ospitati dalle cooperative nella provincia di Rieti, che si trovano in condizioni difficili, a volte disperate e siamo spiacenti di dover constatare che da parte dei responsabili degli enti gestori abbiamo registrato una collaborazione scarsa o inesistente”.

L’ARI onlus disponibile a far fronte all’emergenza
Ora che i problemi iniziano a venire a galla - prosegue Edo Ihaza - abbiamo di nuovo scritto alla Protezione civile della Regione Lazio mettendoci a disposizione per fronteggiare la drammatica situazione emergenziale di Scandriglia, dove anche i Carabinieri sono intervenuti ripetutamente, e per prenderci cura delle condizioni di salute degli ospiti.

Da dove nasce il problema
 “Il problema nasce da lontano – spiega Edo Ihaza – dallo scorso maggio quando Fabio Melilli, in qualità di Presidente della Provincia di Rieti, ha coordinato la distribuzione dei profughi nella nostra provincia coinvolgendo come enti gestori il mondo delle cooperative, con poca o nulla esperienza ed impegnate in settori completamente lontani dall’accoglienza profughi”.
“A suo tempo segnalammo di essere stati messi da parte in favore delle cooperative e con la sua risposta Melilli non ciandò per il sottile – ricorda Edo Ihaza - ma come si dice il tempo è galantuomo e oggi facciamo i conti con l’inadeguatezza nella gestione dell’emergenza da parte del Presidente Melilli che nel frattempo continua a non accogliere le nostre numerose e insistenti richieste di incontrarlo”.

Il Consiglio territoriale per l'immigrazione
Le problematiche connesse all’accoglienza migranti dell’emergenza Nord Africa sono all’ordine del giorno della riunione del Consiglio territoriale per l’immigrazione di martedì 27 settembre presieduto dalla Prefettura di Rieti e al quale sono stati invitati a partecipare, oltre al Presidente del Consorzio Cooperative Te.Sa Terre Sabine, tutti gli altri enti gestori della provincia di Rieti. Anche l’ARI onlus sarà presente.

Clicca qui per leggere altri post sull'emergenza umanitaria in Nord Africa.

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