Ordinanza di sgombero immediato per il centro di accoglienza di
Scandriglia gestito dal Consorzio Cooperative Te.Sa. Terre Sabine. L'ordinanza
del Sindaco Palmieri è motivata da ragioni igienico-sanitarie e di incolumità
privata, pubblica e dei beni. Il Consorzio Te.Sa. ospita nel centro circa 45
profughi dell’emergenza umanitaria del Nord Africa, provenienti dalla
Nigeria e dal Bangladesh e affidati dalla Protezione Civile della Regione Lazio.
L’ARI onlus è disponibile a fare fronte all’emergenza.
Sovraffollamento, condizioni igienico-sanitarie scadenti,
pericolosità degli impianti elettrici e del gas, sono queste le motivazioni che
hanno spinto l’ingegner Paolo Palmieri Sindaco del Comune di Scandriglia (RI)
ad emettere il 16 settembre 2011 un’ordinanza di sgombero del centro di
accoglienza di Scandriglia, gestito dal Consorzio Cooperative Te.Sa. Terre
Sabine, che ospita circa 45 profughi dell’emergenza umanitaria del Nord Africa,
provenienti dalla Nigeria e dal Bangladesh e affidati dalla Protezione Civile della Regione Lazio.
L’ordinanza però ad oggi non ha avuto seguito.
L’ordinanza del Sindaco Palmieri segue una relazione della Asl e
una del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e ha “imposto lo sgombero dell’edificio
attualmente utilizzato ad uso abitativo anche al fine di salvaguardare la
pubblica e privata incolumità”. Il Sindaco Palmieri ha disposto che lo
sgombero venga eseguito dal proprietario dell'immobile e dal responsabile del
Consorzio Te.Sa. responsabile dell'accoglienza e dell'integrazione dei
profughi.
La Asl, intervenuta su richiesta del 25 agosto 2011 del Comune di
Scandriglia, nella sua relazione del 14 settembre 2011 parla di una “struttura sovraffollata, con
servizi igienici insufficienti per ospitare tutti i presenti e condizioni
igienico-sanitarie scadenti”. La ASL richiede quindi “l’emissione
di provvedimenti a tutela della salute e dell’incolumità delle persone ospiti”.
Dalla relazione del 13 settermbre 2011 del Comando Provinciale dei
Vigili del Fuoco di Rieti, intervenuti nel centro di accoglienza di Scandriglia
su richiesta della Asl, emerge che “la
struttura presenta elementi di pericolosità dovuti alla presenza di cucina e
fornelli collegati a bombole di gas gpl, con impianto elettrico non realizzato
a regola d’arte e con caldaia a gas fatiscente”. I Vigili del Fuoco
richiedono dunque “di non
attivare gli impianti elettrici, di non utilizzare la cucina ed il fornello
alimentato a gpl e di non erogare gas alla caldaia”. Non si fermano qui i
Vigili del Fuoco che invitano “ad
adottare provvedimenti di competenza a salvaguardia dell’incolumità della
persona e per la preservazione dei beni”.
Il Consorzio Te.Sa., al quale sono stati affidati i profughi dalla
Protezione Civile della Regione Lazio, riceve, solo per le persone ospitate nel
centro sul quale pende l'ordinanza di sgombero, circa 60 mila euro al mese che
devono essere impiegati per garantire tutti i servizi di accoglienza e di
integrazione (vitto, alloggio, assistenza sanitaria, mediazione culturale,
formazione e inserimento lavorativo, ecc.).
Lo sgombero solo la punta di
un iceberg
Lo sgombero del centro di accoglienza di
Scandriglia è solo la punta di un iceberg – dichiara il coordinatore dell’ARI onlus Edo Ihaza
Eastwood - il nostro sportello è
quotidianamente subissato da decine di richieste di aiuto dei profughi ospitati
dalle cooperative nella provincia di Rieti, che si trovano in condizioni
difficili, a volte disperate e siamo spiacenti di dover constatare che da parte
dei responsabili degli enti gestori abbiamo registrato una collaborazione
scarsa o inesistente”.
Ora che i problemi iniziano a venire a
galla - prosegue Edo
Ihaza - abbiamo di nuovo scritto alla
Protezione civile della Regione Lazio mettendoci a disposizione per
fronteggiare la drammatica situazione emergenziale di Scandriglia, dove anche i
Carabinieri sono intervenuti ripetutamente, e per prenderci cura delle condizioni
di salute degli ospiti.
Da dove nasce il problema
“Il
problema nasce da lontano
– spiega Edo Ihaza – dallo scorso maggio
quando Fabio Melilli, in qualità di Presidente della Provincia di Rieti, ha
coordinato la distribuzione dei profughi nella nostra provincia coinvolgendo
come enti gestori il mondo delle cooperative, con poca o nulla esperienza ed
impegnate in settori completamente lontani dall’accoglienza profughi”.
“A suo tempo segnalammo di essere stati
messi da parte in favore delle cooperative e con la sua risposta Melilli non ciandò per il sottile –
ricorda Edo Ihaza - ma come si dice il
tempo è galantuomo e oggi facciamo i conti con l’inadeguatezza nella gestione
dell’emergenza da parte del Presidente Melilli che nel frattempo continua a non
accogliere le nostre numerose e insistenti richieste di incontrarlo”.
Il Consiglio territoriale per l'immigrazione
Le problematiche connesse all’accoglienza migranti
dell’emergenza Nord Africa sono all’ordine del giorno della riunione del
Consiglio territoriale per l’immigrazione di martedì 27 settembre presieduto
dalla Prefettura di Rieti e al quale sono stati invitati a partecipare, oltre
al Presidente del Consorzio Cooperative Te.Sa Terre Sabine, tutti gli altri
enti gestori della provincia di Rieti. Anche l’ARI onlus sarà presente.
Clicca qui per leggere altri post sull'emergenza umanitaria in Nord Africa.