giovedì 10 maggio 2012

Soggiorno umanitario per i profughi libici, una "maratona" di firme per affermare un diritto…


Melting Pot Europa ha lanciato una raccolta di firme in tutta Italia per raggiungere 10 mila sottoscrizioni da consegnare al Ministro dell'Interno. Anche in Toscana e a Pisa è molto alta, infatti, la percentuale delle richieste di asilo rifiutate perché le commissioni territoriali nella decisone tengono conto delle condizioni del paese di origine e non di quelle del paese dal quale sono fuggiti. "Il destino di migliaia di persone rischia di essere l'irregolarità".
Quattro giorni per raccogliere 10 mila firme da consegnare al Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, affinché venga concesso il permesso di soggiorno umanitario ai richiedenti asilo arrivati dalla Libia durante la cosiddetta "emergenza Nordafrica".
"Sono approdati - recita la petizione - sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, per fuggire alle violenze o perché costretti ad imbarcarsi su pericolose carrette dalle milizie di Gheddafi. Oltre 25.000 richiedenti asilo sono ospitati all'interno del Piano di Accoglienza affidato dal Governo alla Protezione Civile".

Un percorso di accoglienza e di inserimento che rischia di essere vano "senza la garanzia di un futuro, senza la prospettiva di un titolo di soggiorno che permetta loro di scegliere se stare o ripartire, se tornare in Libia o al proprio paese d'origine". Questo perché pur provenendo dalla Libia molti sono nati in Somalia, in Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d'Avorio, in Bangladesh o in Pakistan, e per questo rischiano di vedere rigettata la loro domanda d'asilo.

In Toscana (dove hanno trovato accoglienza circa 1200 profughi) al 31 gennaio, a fronte di 240 domande esaminate, la Commissione territoriale di Firenze per il riconoscimento dello status di rifugiato ha rigettato il 60% della richieste: 142 i dinieghi "secchi", 70 invece le persone che si sono viste accordare la protezione umanitaria, 21 quella sussidiaria, mentre solo in 7 casi è stato riconosciuto lo status di rifugiati.
Il rischio, denuncia Melting Pot, che "i ricorsi, molto onerosi, non saranno comunque in molti casi sufficienti, così, dopo aver subito la violenza delle torture libiche o la minaccia dei bombardamenti, il destino di migliaia di persone rischia di essere l'irregolarità".

Una situazione che riguarda anche Pisa e la sua Provincia, che oggi accoglie 147 profughi: 143 i richiedenti asilo, 4 invece i migranti, giunti a Pisa nella prima fase dell'emergenza, la cui situazione rientra nella casistica regolamentata dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 aprile 2011 che stabilisce la legittimità del rilascio del permesso di soggiorno per "motivi umanitari" ai cittadini del Nord Africa arrivati in Italia tra il primo gennaio e il 5 aprile 2011.


Ad essere colpiti dai dinieghi della Commissione territoriale di Firenze anche i profughi accolti presso la casa di riposo Santa Chiara di Volterra: circa 20 gli ospiti, che in grande maggioranza si sono visti rifiutare la richiesta di asilo o l'accordo di altre protezioni. Un rifiuto che nasce da un problema legislativo: la Commissione territoriale infatti deve tener conto nella sua decisione della situazione del paese di origine e no di quello da cui sono fuggiti.

Certo esiste anche la possibilità di ricorrere contro la decisione, ma qui il problema diventa anche di ordine economico. Se infatti la richiesta e il primo ricorso sono effettuabili in patrocinio gratuito, eventuali successivi ricorsi comportano un onere che non è detto gli istituti di accoglienza vogliano o possano sostenere
Ed è per sanare queste incongruenze, per rendere dignità e giustizia a tutti coloro che sono fuggiti dalle violenze della guerra, che Melting Pot Europa ha promosso la raccolta di firme: "Non possiamo permettere che nelle nostre città, nei quartieri e nelle strade che abitiamo, sia ancora una volta alimentato lo spazio d'ombra della clandestinità, consegnando migliaia di donne e uomini allo sfruttamento o ai circuiti della criminalità. Per questo, chiediamo l''immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l'istituzione della protezione temporanea (art 20 TU) o le altre forme previste dall'ordinamento giuridico".

fonte:http://www.meltingpot.org/articolo17609.html

Nessun commento:

Posta un commento