La nostra esperienza nell’accoglienza di migranti
Inizia da lontano la nostra esperienza nell’accoglienza di migranti, precisamente nel 1996. Da allora abbiamo assistito centinaia di migranti di ogni categoria: famiglie, donne sole con figli, minori non accompagnati, uomini soli, rifugiati, vittime di torture, ecc. Abbiamo gestito, in convenzione con la Prefettura, i profughi dell’emergenza Kosovo che arrivarono nella nostra provincia nel 1999. Dal 1997 al 2001 abbiamo accolto 91 giovani provenienti da tutta Europa e giunti a Rieti grazie al progetto europeo Servizio Volontario Europeo (SVE) in convenzione con il Ministero delle Politiche Sociali. Nello specifico del diritto d’asilo poi, oltre all’emergenza Kosovo, ci siamo occupati dei casi Dublino, una specifica categoria di richiedenti asilo, e dal 2001 al 2008, in collaborazione con l’Anci, con il Ministero dell’Interno e in convenzione con il Comune di Rieti, abbiamo gestito il Progetto Asilo del Comune di Rieti accogliendo richiedenti asilo, rifugiati e persone con permesso umanitario. Dall’ottobre del 2008 all’aprile del 2009 abbiamo offerto accoglienza alloggiativa a 22 dei richiedenti asilo eritrei e somali affidati al Comune di Rieti.
Rifugio Terminillo?
In questi giorni a sentir parlare di Terminillo come luogo scelto per concentrare tutti i 50 profughi in una sola grande struttura, abbiamo fatto un salto dalle sedie e per questo secondo noi si rende necessario dire la nostra. Quella di Terminillo ci sembra una scelta non adeguata sia dal punto di vista della buona gestione dei profughi che per l’economia turistica del luogo.
Associare un importante centro turistico, così come qualunque altro luogo della provincia, alla presenza di un gruppo etnico bersagliato da una certa politica razzista, che trova facile eco nella pancia della popolazione, può avere conseguenze negative per tutti.
Ci auguriamo poi che la scelta di Terminillo non sia guidata dall’intenzione di nascondere all’occhio dei più la presenza di persone che con una mano aiutiamo e con l’altra cerchiamo di tenere lontano per paura di un contagio umano.
Altra questione, a chi dovrebbe essere affidata la gestione dei profughi? È un punto essenziale perché la presenza dei migranti venga vissuta e percepita positivamente, per raggiungere questo obiettivo non servono grandi nomi, ma è indispensabile una reale e consolidata esperienza. Altrimenti poi ci si ritrova come nel 2009 quando un gruppo di rifugiati ha manifestato per protesta davanti alla Prefettura o ha bloccato la strada davanti alla stazione di Rieti.
La scelta migliore per gestire piccoli o grandi nuclei etnici è, come sempre, rinunciare a creare ghetti isolati e mescolare il più possibile etnie, persone, storie. Nello specifico invece di concentrare tutte i 50 profughi in una sola grande struttura isolata dal resto della popolazione, che riporta alla memoria brutti e lontani ricordi per noi Europei, è assai più efficace, in termini di integrazione a breve e a lungo periodo, dividere le persone in diversi piccoli centri di accoglienza distribuiti su tutto il territorio provinciale, in questo senso ci siamo resi disponibili e siamo già da tempo al lavoro. Un’accoglienza ben gestita ha in un secondo momento come ricaduta minori spese per la collettività sia dal punto di vista economico che sociale.
L’ARI onlus presenterà le proprie posizioni su come gestire al meglio l’eventuale accoglienza dei profughi, in un incontro in Prefettura previsto per domani venerdì 1 aprile.
Per leggere altri post sull'emergenza umanitaria in Nord Africa clicca qui.
Nessun commento:
Posta un commento